Neelamber
Era il 7 marzo del 1967 quando arrivai in questa vita. Papà e mamma, insegnanti, erano ormai entrambi oltre la quarantina ed anche per questo oltremodo felici del mio arrivo.
Sono stato coccolato e straviziato nei miei primi anni di vita. Rivedo un bimbo paffuto, sorridente e nudo nelle foto che una volta erano tanto di moda. Due occhioni grandi ed un sorriso felice ed allegro.
Mi rivedo nelle foto accanto al mio papà che sprizzava orgoglio e felicità da tutti i pori, lui sempre impeccabile in giacca e cravatta, io in calzoni corti, felice e protetto.
Ma presto arrivarono le difficoltà. Negli anni settanta il mondo stava cambiando rapidamente, noi ragazzini non avevamo alcuna difficoltà a salire sul quel treno che correva all’impazzata, i “grandi” talvolta sì.
I miei genitori erano stati segnati dalla guerra, l’avevano vissuta in prima persona, mamma da sfollata e papà, giovanissimo, inizialmente in prima linea, poi prigioniero degli alleati per quattro lunghi anni: ovviamente questo ricordo li avrebbe accompagnati per sempre.
Avevo quattro anni quando nacque la mia prima sorellina, un anno dopo la seconda. Stavo crescendo, ormai ero “il fratello maggiore”.
Arrivò il periodo della scuola: ero bravo, mi divertiva studiare e, soprattutto, ero felice di essere l’orgoglio dei miei. Ma cominciavo anche ad affacciarmi al mondo.
Capisco solo oggi che ogni passo che compivo nel mio mondo era un passo che mi allontanava da loro. Ero arrabbiato, proprio non riuscivo a capire perché non mi ascoltassero e perché sembravano proprio non volermi comprendere.
Ma papà e mamma appartenevano a quella generazione che dava del “Voi” ai genitori, costretti a sedere a tavola in orario e col vestito buono, obbligati a restar seduti fino alla fine del pranzo.
Erano impauriti, arrabbiati, sentivano la frustrazione nel non riuscire a controllare un vulcano inesauribile di energia in continua eruzione.
Ma, soprattutto, erano del tutto incapaci di comprendere un’energia lontana anni luce da tutto ciò che loro erano stati alla mia età.
Loro avevano vissuto il tempo dei balilla, io volevo ascoltare la musica rock. Nessuno di noi era così consapevole da comprenderlo, purtroppo.
Hanno fatto una gran fatica, ma anche io: ho dovuto conquistare ogni grammo di libertà, ogni minuto di vita “mia” con le unghie e coi denti. Spesso l’ho fatto in modo doloroso per tutti. Per me, per loro, per le mie sorelle e per chi in qualche modo, amico, amica o fidanzata mi era accanto.
Nel 1985 mi parve di aver realizzato un sogno: mi iscrissi all’università. Dopo pochi mesi mi trasferii a Napoli, non sapevo che la mia vita da allora non sarebbe stata più la stessa.
Credetti di essere ormai diventato uomo, indipendente, autonomo; sentivo di poter realizzare nella vita tutto ciò che volevo, ma soprattutto avevo deciso di non voler assomigliare in nulla a mio padre e a mia madre. Avevo deciso di voler realizzare una vita totalmente diversa dalla loro. Avevo deciso di non voler soffrire come loro.
Non mi accorgevo di star creando illusioni: la realtà era dolore e solitudine, sempre più grandi e profondi.
Il dolore più grande era la distanza da mio padre, il tentativo ormai disperato di voler dimostrare di essere esattamente l’opposto di tutto ciò che lui era: tutto questo solo perché nessuno dei due era capace di parlare all’altro guardandolo negli occhi, con amore, senza preconcetti, senza giudizio e soprattutto senza sensi di colpa.
Nel 1994 papà, dopo un anno di lotta contro il cancro, morì. Non piansi.
Il mio cuore era straziato. Ma io ero uomo, forte, tutto d’un pezzo così come lui mi aveva insegnato ad essere. Un uomo così non si concede la debolezza di piangere. Rimasi lì, accanto a quella bara, impietrito, sempre in piedi, in segno di rispetto.
Ma quanto piangevo dentro! Quante volte ho dovuto controllare le lacrime che avrebbero voluto uscire a fiotti. Quante volte ho ricordato le cose non dette, le liti, i dispetti di un ragazzino che avrebbe solo voluto poter saltare al collo del suo papà e gridargli con tutto il fiato che aveva in gola “TI VOGLIO BENEEEE !”.
Ricordo che quel giorno pensai: d’ora in poi cambierà tutto. Così è stato. Ma ancora una volta a prevalere furono ego ed illusione. La mia vita continuava ad essere uno spreco continuo. Stavo male, continuamente, e non capivo perché. Ero cieco e sordo, ma non potevo saperlo: i miei occhi e le mie orecchie funzionavano egregiamente.
Passarono gli anni.
Alice – Centro Reiki Napoli
Gigi e Alice – Centro Reiki Napoli
Il Sonno del Guerriero – Centro Reiki Napoli
Un giorno incontrai una donna: strane sensazioni si rincorsero dentro me! Avevo provato tante emozioni e sensazioni dall’incontro con le donne della mia vita, ma stava avvenendo qualcosa di diverso, c’era un profondo e, per me allora, ignoto significato in quell’incontro.
Anna, così si chiamava. La incrociai un paio di volte, poi un bel giorno sparì. Non la rividi che alcuni mesi dopo. Era un’altra persona, serena, allegra, luminosa. Non l’avevo mai vista giocare come quella sera: era bella. Me ne innamorai.
Una delle innumerevoli ragioni di quell’incontro si manifestò qualche mese dopo quando Anna praticamente mi trascinò ad un seminario di Reiki. Conobbi Umberto, il mio Maestro di Reiki. Era il 9 novembre 2002. Cambiò qualcosa, ancora una volta. Poco dopo anche la mia ormai anziana e malata mamma mi lasciò.
Tutto si stava compiendo.
Il ponte che mi legava a quella vecchia vita era definitivamente crollato. Ancora una volta dolore. Questa volta senza rimpianti, senza colpe, senza giudizio.
Quella era stata la mia strada, era stato il mio percorso di vita, tutto ciò che mi ha aiutato ad essere qui oggi. Semplicemente.
Sembrano passati anni luce da quel giorno, episodi, persone, lavori, illusioni e sofferenze sono tornati alla coscienza per essere definitivamente lasciati andare.
Anna ed io abbiamo scelto di condividere le nostre vite e l’Universo ci ha donato due splendidi figli, Luigi e Alice, che ogni giorno riempiono le nostre vite di gioia.
Poi un giorno ci siamo accorti che il nostro amore si era trasformato in qualcosa di diverso, strano, abbiamo dovuto fare un bel pò di lavoro per capire che non potevamo più essere una coppia. L’affetto, la consapevolezza, il rispetto erano intatti. L’amore, diverso, maturo. Quello di due adulti che vivono vite diverse ma condividono lo stesso immenso amore per due splendide nuove vite: Luigi e Alice.
Il mio desiderio più grande oggi è quello di essere disponibile per tutti coloro che, come è successo a me anni fa, hanno bisogno di cambiare il loro modo di stare al mondo e di vivere la propria esistenza. Di indicare loro una strada diversa di pace, serenità e consapevolezza, nella gioia come nel dolore, tenendo sempre a mente che entrambe sono le due meravigliose facce di quella medaglia che è la vita ove tutto ci è dato solo ed esclusivamente per la nostra crescita e la nostra evoluzione come uomini e donne.
Tanti fratelli e sorelle condividono già questa nuova via. La speranza e il lavoro di ogni giorno sono diretti a far si che tanti altri ne arrivino.
Io ho scelto di essere Maestro di Reiki e l’Universo mi dona ogni giorno nuovi livelli di amore e consapevolezza negli occhi di tutti coloro con cui ho l’onore di condividere un pezzetto di strada.
Sono profondamente grato per ogni attimo di questa vita, per il Centro, per i miei figli, per ogni abbraccio, ogni
lacrima, ogni sorriso, ogni nuova piccola o grande consapevolezza che mi viene donata o che arriva a qualcuno per mio tramite
Sono profondamente grato per tutto il lavoro che Reiki mi ha aiutato e mi aiuta ogni giorno a fare su me stesso.
Uno degli aspetti più incredibili di questa vita è che ogni giorno c’è un nuovo inizio. Ogni giorno c’è la consapevolezza che il lavoro è appena cominciato, ogni giorno nuove energie e nuovi entusiasmi completano e pervadono quelli dell’ieri in un vortice di armonia difficile da descrivere ed impossibile da abbandonare.
Per fortuna c’è ancora tanta strada davanti, illuminata da una calda luce di amore e consapevolezza, la luce di Reiki. Ma ciò non vuol dire che sarà sempre in discesa.
Nuove frontiere attendono me e tutti gli uomini e le donne che con me scelgono ogni giorno di camminare.
Qualcuno ha detto: “dimmi per cosa sei disposto a morire… quella è anche la cosa per cui sei disposto a vivere…” non c’è altro nome che riesca ad attraversare il mio cuore e la mia mente di fronte a questa frase: la risposta è una sola Reiki
Io sono qui, con amore, deidizione gratitudine e profonda umiltà, qui ed ora… per tutti i qui ed ora che mi restano.
Grazie
I vostri figli non sono i vostri figli.
Essi sono i figli e le figlie della smania della Vita per se stessa.
Vengono attraverso di voi, ma non da voi,
e benché stiano con voi, tuttavia non vi appartengono.
Voi potrete dar loro il vostro amore, ma non i vostri pensieri,
poiché essi hanno i propri pensieri.
Potete dare alloggio ai loro corpi, ma non alle loro anime,
poiché le loro anime dimorano nella casa del futuro
che voi non potete visitare neppure in sogno.
Voi potete sforzarvi di essere come loro,
ma non cercate di renderli simili a voi.
Poiché la vita non va all’indietro e non si trattiene sullo ieri.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli vengono proiettati in avanti, come frecce viventi.
L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito
ed Egli vi tende con la Sua potenza in modo che le sue frecce vadano rapide e lontane.
Lasciatevi tendere con gioia dalla mano dell’Arciere,
poichè com’Egli ama le frecce che volano,
così ama pure l’arco che è stabile.
K. Gibran – Il Profeta
Domenico Simeoli
Sento l’intelligenza, l’intuito, il coraggio e la stima di me stesso.
Sono sempre presente.
Essere vivo significa essere al sicuro.
Sono contento, sono felice che sia accaduto a me questo evento fortunato.
Sento…
Sono disposto a crescere cambiando la musica mia e altrui.
Ora creo un futuro nuovo e sicuro, mi apro all’amore e alla gioia che dò e ricevo liberamente.
Questo bambino è amato, è benvoluto, è bene accetto, è oggetto di cura.
Dono a me stesso la capacità di perdonare.
Siamo entrambi liberi… Gioia! Gioia! Gioia!
Permetto affettuosamente alla mia gioia di scorrere e attraversare la mia mente, il mio corpo, le mie esperienze e il mio stesso essere.
La mia mente è purificata e libera.
Abbandono il passato e mi muovo verso la novità e tutto va bene.
Abbandono gioiosamente il passato.
La vita è dolce, io sono dolce, sono l’affettuoso operatore della mia mente.
Merito il meglio in assoluto dalla vita.
Ogni giorno, in ogni aspetto sto crescendo costantemente.
Guarisco con enorme successo, prosperando a tutti i livelli: mentale, spirituale, emotivo e fisico.
Ora ogni cosa converge verso il bene.
Tutte cose belle davanti agli occhi miei.
Quanta felicità! Quanta felicità mi aspetta per il resto di questa esistenza su questa terra.
L’Amore divino, la Luce divina che è in me mi ha riscattato e sta facendo miracoli.
Si manifesta nel mondo attraverso di me, irradia ogni cosa e connette tutto intorno a me.
Ovunque io sia lì c’è Dio e tutto va bene.
Sono ricco nella consapevolezza e nella relizzazione e ne sono felice.
Questo o qualcosa di meglio si realizzi qui per me in un modo del tutto soddisfacente e armonioso con il massimo beneficio di tutte le persone coinvolte.
Mi piace pensare a me stesso come ad un artista ed alla mia vita come al mio più grande capolavoro.
Che gioco meraviglioso stiamo giocando e che magnifica forma d’arte è la mia o Signore.
Ho un grande sentimento d’amore nel mio cuore e una sorgente inesauribile d’amore per chi mi circonda e per tutto il creato.
Diffondo questi sentimenti intorno a me e vengono ricambiati miracolosamente.
Grazie di cuore o mio Signore per avere accolto e benedetto questa mia espressione.
Grazie per tutto ciò che mi hai donato e per tutte le cose che verranno.
Dal profondo del mio cuore, perennemente, Grazie mille…